Intervista al regista Giuseppe Varlotta per "Oltre la nebbia - il mistero di Rainer Merz" - Letteratura Alternativa

Intervista al regista Giuseppe Varlotta per “Oltre la nebbia – il mistero di Rainer Merz”

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Ciao, Giuseppe. Benvenuto sul sito di Letteratura Alternativa Edizioni. Grazie per la disponibilità nel farti intervistare.

Sei un regista molto attento alla sperimentazione cinematografica, ma anche legato alla tradizione dei maestri del cinema, infatti l’intento di ogni tuo lavoro non è meramente commerciale, ma si prefissa di lasciare una traccia come un’orma nel tempo. A proposito di maestri, ci racconti l’esperienza di stare accanto a Mario Monicelli?
Il rapporto con Mario Monicelli è stato unico, quasi come se fosse un mio famigliare. Per me è stato un “nonno”, visto che io i nonni non li ho avuti. Con il sottoscritto è sempre stato disponibile. Pensa che quando venne a girare, come attore, il mio cortometraggio Nanà, nel 2004, gli confidai che il personaggio del corto era ispirato proprio a lui. La cosa incredibile è che dopo pochi mesi Mario ritornò qui ad Asti.
Mi disse che aveva un progetto cinematografico e lo voleva girare proprio qui nella mia città. Rimasi piacevolmente colpito. Il film che doveva girare, e che purtroppo non si è mai fatto, si intitolava L’Omo Nero. In quei giorni, Mario mi mise in contatto con lo scenografo e regista Cosimo Gomez, per capirci il regista di Brutti e Cattivi e, proprio lui, dopo aver cenato nel mio appartamento in Corso Alfieri, mi confidò che la sceneggiatura sembrava ispirata al sottoscritto. Infatti pochi giorni dopo andammo tutti al Diavolo Rosso, un locale fantastico nel centro in Asti a cenare, così domandai a Mario se quello che avevo appena letto fosse frutto della sua immaginazione oppure, come pensava Cosimo e il sottoscritto dopo aver letto la sceneggiatura, se io ero diventato frutto di ispirazione per il suo film. Mario con un sorriso sornione mi confidò: “mica solo tu ti devi ispirare a me. Visto che ti conosco da un po’ di anni ho voluto ispirarmi a te sui fatti avvenuti a Genova nel 2001”. Potete immaginare come ci rimasi: letteralmente basito. Si ricordava tutto ciò che gli dissi dopo essere stato a Genova nel 2001 e voleva farci un film. Incredibile! Se oggi faccio questo mestiere lo devo soprattutto a lui. Per me è sempre stato un uomo geniale. Ah, dimenticavo, la sceneggiatura di L’Omo Nero c’è l’ho io ben custodita nel mio studio!

Come è nato il tuo ultimo film “Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz”, che sarà nelle sale italiane a ottobre? Perché hai pensato a questo tipo di sceneggiatura e cosa ti ha ispirato di più?

Questo film, come per tutti i miei lavori precedenti, nasce un po’ per caso, sempre se il caso esiste.
Mi piace definire questi momenti sincronici in cui la creatività si sposa con le coincidenze.
Il mio socio Giovanni Casella dopo aver visto i miei precedenti lavori Zoè e Nanà mi volle incontrare e parlarmi di un progetto che lui aveva in mente da più di 15 anni. Dopo aver terminato il Grande Fratello come regista, lo andai a trovare in Svizzera e, quando dopo quella curva vidi la ex Fabbrica di Cima Norma, in cui Giovanni viveva, ho avuto una sensazione strana. Quella sensazione l’ho avuto quando l’ho scritto e anche quando l’ho girato, in poche parole l’ho avuta fino a quando il film non fosse finito.
E’ un film che a volte, quando lo rivedo, mi inquieta per tutto ciò che ho vissuto. Capisco quindi che alcune persone, dopo la visione, rimangono turbate. Turba anche me che l’ho fatto, figuratevi loro che lo vedono per la prima volta!

Sei un regista premiato più volte, anche all’estero. Hai raggiunto un’importante considerazione anche a Hollywood, cosa vorresti dal tuo Paese, dall’Italia, insomma quale risposta ti aspetti?

Più che aspettarmi qualcosa dal mio Paese, mi aspetto qualcosa dall’uomo in generale . Io credo molto nell’evoluzione dell’essere umano. Credo che se non usiamo bene tutta questa tecnologia potremmo avere lo stesso destino di Hal in 2001 Odissea nello spazio. Dobbiamo stare attenti a non perdere il contatto umano e spirituale del proprio essere con il divino. Dobbiamo cercare di non essere presuntuosi e non varcare la soglia del vuoto altrimenti andremo in rovina. Chi vede i miei film non vede solo un film ma “vede” un’esperienza emotiva dall’alto. E’ difficile spiegarlo, ma credo che ogni essere umano in contatto con il divino possa comprendere ciò che voglio dire.

Stiamo lavorando insieme alla tua agenzia stampa e insieme alla produzione per portare parte del cast nei locali di LA Edizioni per un’intervista esclusiva a te e ai protagonisti il
2 ottobre alle 17,30. In quell’occasione cosa credi che conti sottolineare al pubblico, cosa vorresti lasciare negli animi degli spettatori che vi ascolteranno?

Quando vedo le persone che guardano i miei film mi domando cosa gli stia accadendo in quel momento. Sai, un’immagine scorre veloce e, secondo me, le emozioni devono essere più veloci di quell’immagine che tu gli stai regalando. Così osservo attentamente i loro occhi e vedo che si trasformano come dei piccoli camaleonti, sono quasi schizofrenici. Anche quel giorno, quindi, mi piacerebbe essere nella loro mente per capire cosa stanno provando. Sicuramente ciò che ho notato, dopo i titoli di coda, in tutti i miei film è che lo spettatore ha uno sguardo diverso da come era entrato in sala. Sono occhi silenziosi, hanno bisogno di “digerire” ciò che hanno appena visto. E le loro menti sicuramente devono riattivare un congegno che noi tutti rischiamo di abbandonare con il tempo che è La RAGIONE, il sentimento e l’emozione.

Grazie al regista Giuseppe Varlotta! Vi invitiamo a vedere questo straordinario film che sarà nelle sale italiane a ottobre e vi aggiorneremo sull’esclusivo pomeriggio che trascorreremo qui da noi con i protagonisti. 

Link alla pagina ufficiale FB del film per gli aggiornamenti
https://www.facebook.com/btm2017/

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